Il saluto del seminarista Diego
“Metti il massimo dell’impegno e vedi che non andrà sprecato!”: questo è stato il consiglio datomi prima di arrivare a Cologno. Avevo espresso i miei dubbi e il timore di andare in una parrocchia così attiva come primo oratorio (non ne avevo mai vissuto uno). Ora, dopo due anni e molte esperienze vissute tra voi, mi trovo a fare il punto e a salutare un luogo che mi resterà sempre nel cuore. Non che non ci siano state fatiche! Sono giunto nel post pandemia, con tutta la difficoltà della ripresa.
Ho visto compagni di viaggio prendere altre strade, e alcuni nuovi che ce l’hanno messa tutta. Ho sperimentato il sostegno di sacerdoti pronti a dare tutto per il Vangelo, accompagnandomi anche durante il cammino di Seminario. Ho conosciuto ragazzi che col tempo si sono allontanati dall’oratorio e dalla Chiesa: per questo ho sofferto. Tuttavia, ho avuto anche la grazia di ragazzi e giovani che si sono avvicinati e hanno trovato un obiettivo nella vita grazie alla fede.
Ho osservato volontari su volontari fare il loro servizio, piccolo o grande, e ho provato a dare loro sostegno con l’ascolto e l’aiuto. Ho incontrato catechisti e catechiste che mi hanno accolto a braccia aperte, quasi come un figlio.
Ho scoperto la vita impegnata di chi porta avanti una famiglia e un servizio nella Chiesa, trovando il giusto equilibrio. Ho fatto amicizia con ragazzi e giovani che mi hanno plasmato e arricchito con la loro fioritura nella vita e con la loro capacità di portare gioia. Ho potuto fare da animatore a bambini e ragazzi, sperimentando la pazienza e il coraggio dell’educatore: ho potuto riconoscere un cambiamento in alcuni e una gioia guadagnata in altri. Ho parlato con molti genitori, e condiviso con alcuni di loro i dispiaceri e le conquiste dei figli, sentendomi parte della loro famiglia. Ho potuto avvicinarmi a diversi movimenti come gli Scout, Caritas, Rinnovamento dello Spirito e altri, anche se sempre un po’ in incognito. Ho visto persone semplici che non compiono azioni straordinarie ma che vivono la loro fede con dedizione. Ho parlato con molte persone che faticano a vivere il loro credo perché richiede molto impegno e coraggio: eppure si sforzano. Ho conosciuto persone che non credono più o che non praticano, ma hanno ammirazione e vorrebbero essere così. Ho fatto esperienza della passione messa in campo dai vari volontari: animatori, catechisti, coordinatori, baristi, cuoche, coristi, chierichetti, ministri straordinari e anche tutti quelli che non ho citato.
Dopo due anni, posso dire di aver vissuto il motto del CRE di alcuni anni fa: siamo quelli che facciamo dell’oratorio casa! Voglio rendere grazie proprio per questa possibilità che mi ha formato sia umanamente che spiritualmente. Quello che ho acquistato è la volontà di fare divenire la casa una Chiesa domestica, e la Chiesa un luogo dove sentirsi a casa con gli altri.
Per terminare, voglio chiedere perdono per quando non sono stato all’altezza della situazione o quando ho creato scompiglio. Vi rivolgo un grazie caloroso per tutto ciò che ho ricevuto, i consigli, l’aiuto, l’amicizia e tutto il resto! Vado con la speranza di aver lasciato un buon ricordo, e in particolare mi auguro di aver mostrato il volto di Gesù nelle mie azioni. Grazie ancora per tutto!
E come dicono i francescani… pace e bene!
Diego Cortinovis