Il Vescovo tra noi

4 Settembre 2024 | Alla porta

Il Pellegrinaggio Pastorale del vescovo Francesco nella nostra comunità

L’anno pastorale 2024-2025 si aprirà con un evento di Chiesa importante: il pellegrinaggio del nostro vescovo Francesco alla Comunità Ecclesiale Territoriale 11, alla quale appartiene la nostra parrocchia. La CET 11 è suddivisa nelle due Fraternità, di cui la 1 è la nostra (parrocchie di Arcene, Cologno, Lurano, Pognano, Spirano e Urgnano).

Il Vescovo scrive alla nostra comunità la lettera che segue. Alla luce delle sue indicazioni troviamo gli appuntamenti che vivremo con lui dal 2 al 23 ottobre 2024. Il grazie al Vescovo diventa preghiera personale e comunitaria per preparare e vivere bene questo incontro di grazia.

Il programma del Pellegrinaggio Pastorale per la comunità di Cologno

Venerdì 4 ottobre
Ore 20.30: Incontro del Vescovo con gli adolescenti della Fraternità, ad Urgnano

Sabato 12 ottobre
Ore 15.00: S. Rosario presieduto dal Vescovo, in chiesa parrocchiale
Ore 16.00: Incontro del Vescovo con i Consigli Parrocchiali riuniti, in sala parrocchiale

Mercoledì 16 ottobre
Ore 20.30: Incontro del Vescovo con i gruppi e i singoli coinvolti nella Via Crucis itinerante e nel presepe vivente (realtà significativa), in sala Agliardi

Domenica 20 ottobre
Ore 09.45: S. Messa presieduta dal Vescovo, in chiesa parrocchiale

Mercoledì 23 ottobre
Ore 09.00: Pellegrinaggio dall’oratorio di Urgnano al santuario della Basella e celebrazione della S. Messa presieduta dal Vescovo, aperta a tutta la Fraternità

La lettera di apertura del Pellegrinaggio Pastorale

La lettera di apertura del Pellegrinaggio Pastorale

Care sorelle e fratelli,
si avvicina il tempo in cui il mio Pellegrinaggio Pastorale mi porterà ad incontrare la vostra comunità. Perché un pellegrinaggio, invece che la tradizionale visita pastorale? Le ragioni sono più di una. Non mi dispiace ripensare gli anni del mio servizio alla nostra Diocesi come un pellegrinaggio: per cinque volte ho incontrato le diverse realtà comunitarie che davano forma ai Vicariati Locali. Sono stati incontri importanti e generativi: proprio da questi è scaturita la riforma che ha dato vita alle Fraternità Presbiterali e alle Comunità Ecclesiali Territoriali. La quasi totalità delle parrocchie è stata meta del mio pellegrinare: celebrazioni, incontri, feste patronali, inaugurazioni, funerali di sacerdoti, istituzione di Unità Pastorali…molte occasioni per una visita che, se inevitabilmente breve, non è stata insignificante.

Questo pellegrinaggio avviene nel momento in cui siamo giunti a delineare tre corsie di un unico percorso contrassegnato dall’esigenza pastorale di declinare e soprattutto coniugare fede e vita, Vangelo e cultura, chiesa e mondo. Le tre corsie sono: le Comunità Ecclesiali Territoriali, le Fraternità Presbiterali e la parrocchia fraterna, ospitale e prossima.

Come ogni pellegrinaggio, la meta non è un luogo, ma un incontro, lì dove si manifestano e si possono riconoscere i segni del Regno di Dio e la presenza del Crocifisso Risorto che ci precede. Il pellegrinaggio diventa immagine della vita e di ciò che rivela il suo significato: l’incontro con il Signore, appunto, che diventa decisivo per la vita stessa.
“Dove stiamo andando?”, chiede il poeta e risponde: “Stiamo tutti tornando a casa”. La casa è l’immagine dell’incontro. Dove ci si incontra nell’amore, lì c’è la nostra casa. La comunità cristiana, particolarmente nella forma della parrocchia, è la rappresentazione di questa esperienza: un incontro che diventa casa.

La cura dell’incontro è quindi caratteristica di questa visita. Se la parrocchia si qualifica come possibilità di incontro, allora la cura di questa esperienza e la cura delle relazioni che ne scaturiscono è la priorità da perseguire insieme. Cura delle relazioni, diventa prendersi cura gli uni degli altri: “Da questo vi riconosceranno…”.

La visita del Vescovo in forma di pellegrinaggio è dunque caratterizzata dall’esperienza dell’incontro: personale con i presbiteri, comunitario con gli organismi pastorali, con la comunità orante ed eucaristica, con un’esperienza segno rappresentativa della comunità parrocchiale.

L’orizzonte che caratterizza questo Pellegrinaggio Pastorale è: “La parrocchia, fraterna, ospitale e prossima e il ministero presbiterale”. In questi anni abbiamo sentito insistente l’invito a dare nuova forma alla missione della parrocchia. Mi sono convinto che queste tre dimensioni possono rappresentare lo stile missionario della parrocchia. Si tratta dunque di individuare, far emergere, valorizzare i tratti del volto della parrocchia che esprimono queste caratteristiche e di declinarli con il servizio che il presbitero svolge nella comunità.
In questi anni, abbiamo condiviso in maniera sempre più diffusa l’idea e l’immagine della parrocchia come comunità fraterna riconoscibile, a partire dalla cura delle relazioni perseguita non solo dal parroco nei confronti dei fedeli, ma da parte di tutti coloro che formano la comunità.

L’esperienza che alimenta e rappresenta nel modo più intenso e significativo la fraternità comunitaria è la celebrazione dell’Eucaristia. Insieme a questa, la condivisione della Parola e della fede nella preghiera. Infine l’esercizio quotidiano della carità fraterna, che frequentemente definisce l’appartenenza alla comunità anche di coloro che non partecipano all’Eucaristia.

La fraternità, dunque, come espressione della comunione e dell’unità della Chiesa, nella varietà di vocazioni, carismi e ministeri (ascolto, consolazione, prossimità, liturgia, catechesi, educazione…).

D’altra parte, siamo altrettanto consapevoli che la parrocchia non si riduce alla comunità di coloro che la costituiscono, non è una fraternità esclusiva, ma per caratterizzazione evangelica, è aperta, accogliente, ospitale: è il luogo ordinario dell’inclusione nei confronti di chi si affaccia in tempi brevi o in determinate circostanze nella comunità per poi scomparire (nascita/Battesimo dei figli, Sacramenti dell’iniziazione cristiana dei figli, percorso di preparazione al Matrimonio, malattia e morte, passaggi della vita, impegno educativo, ascolto e accompagnamento, accoglienza, disagi diversi…).

Un numero crescente di battezzati non frequenta abitualmente l’Eucarestia, la catechesi e le attività della parrocchia e tanto meno se ne sente responsabile e protagonista; ma, grazie a Dio, questi stessi battezzati si affacciano, con gli atteggiamenti, le attese e le esigenze più diverse, a quella che riconoscono ancora come la loro parrocchia.

L’esercizio dell’ospitalità nei confronti di questi battezzati e delle loro attese non è semplice e spesso è condizionato da deformazioni fastidiose che caratterizzano sia loro che coloro che ne vengono interpellati: basti pensare alla mentalità per cui la parrocchia viene ridotta ad un’agenzia di servizi, da utilizzare gratuitamente, per poi lasciarla al suo destino e ad una successiva richiesta.

Ma, come dicevo, si tratta di deformazioni: è la comunità per prima che deve correggere le sue. Le circostanze e le occasioni più diverse nelle quali un battezzato, ma anche un non battezzato, bussa alla porta della parrocchia, diventano occasioni per sperimentarne l’ospitalità, capace di rappresentare quell’accoglienza evangelica che non teme di essere sfruttata o semplicemente usata.

Le diverse forme di aggregazione che la parrocchia propone vanno in questa direzione, ma non possono essere lasciate solo alla logica aggregativa, che si misura con i numeri, gli incassi, le risposte a bisogni sociali, il successo dell’iniziativa. Sono le convinzioni che appartengono alla comunità fraterna a connotarne anche l’esercizio dell’ospitalità.
D’altra parte, se la comunità parrocchiale deve poter essere riconosciuta per la cura delle relazioni di chi la forma, deve anche poter offrire un’ospitalità caratteristica, rispetto a quella di qualsiasi altra attività commerciale o di servizio pubblico, che pur persegue, anche professionalmente, uno stile di accoglienza.

Certamente tra le dimensioni che più rappresentano l’ospitalità della comunità parrocchiale vi sono: l’accompagnamento dei passaggi significativi della vita, l’impegno educativo, l’ascolto e l’accompagnamento spirituale, il volontariato solidale e l’accoglienza dei poveri.

La terza dimensione è rappresentata dalla prossimità. La comunità parrocchiale non attende soltanto chi bussa, per esercitare l’ospitalità, ma esce dalle esperienze che la caratterizzano per cercare, incontrare, aiutare e servire, facendosi prossima a chi è lontano, solo, abbandonato, fragile, povero, piccolo, insignificante, invisibile e indifferente. Un esercizio che è auspicabile possa essere condiviso anche con altre realtà e persone, che non si riconoscono nella comunità cristiana, sia in termini personali come in quelli istituzionali e associativi.

Il servizio del presbitero è fortemente coniugato con la vita della comunità, particolarmente nella sua forma di parrocchia: non è l’unica forma del suo ministero, ma certamente quella che viene attesa e riconosciuta da tutto il popolo di Dio, anche dai più indifferenti. In questo senso, un’attenzione particolare di questo pellegrinaggio sarà rivolta all’incontro personale con ogni presbitero, lì dove sta compiendo la sua opera. Sempre per questa ragione, il Vescovo parteciperà agli incontri che la Fraternità Presbiterale terrà nel periodo del Pellegrinaggio Pastorale alle parrocchie della Fraternità stessa: un’esperienza di preghiera, silenzio e meditazione; un incontro su un tema pastorale individuato dalla fraternità stessa; un incontro di restituzione da parte del Vescovo; un incontro in forma di pellegrinaggio che culmina nella concelebrazione eucaristica di tutti i presbiteri della Fraternità, aperta anche ai fedeli.

Alla luce di queste intenzioni, vi consegno una semplice scheda, sulla base della quale predisporre la relazione che presenterete al Vescovo, in occasione dell’incontro con gli organismi pastorali.

Le caratteristiche che la parrocchia missionaria rappresenta sono: la fraternità, l’ospitalità, la prossimità.

Quali sono i criteri e le pratiche che attuano queste caratteristiche: quali le difficoltà e quali le possibilità.

  • Quali sono le priorità e le caratteristiche del servizio del presbitero per una parrocchia (un’Unità Pastorale) con queste caratteristiche.
  • Quali collaborazioni con altre parrocchie dell’Unità Pastorale e della Fraternità riteniamo utili in questa prospettiva.
  • Quali collaborazioni con la Comunità Ecclesiale Territoriale, le istituzioni e le associazioni e in quali ambiti.
  • Quali collaborazioni e ministeri sono necessari per perseguire queste caratteristiche.
  • Per fare sintesi:
  • Quali i punti di forza della parrocchia (e dell’Unità Pastorale).
  • Quali i punti deboli.
  • Quale specifico della nostra parrocchia (e dell’Unità Pastorale).
  • Quali priorità del ministero del prete.

Care sorelle e fratelli,
attendo con desiderio il giorno dell’incontro con la vostra comunità, che, come ho già ricordato, si articolerà in vari momenti: l’incontro personale con i presbiteri, l’incontro con gli organismi parrocchiali, l’incontro con un’iniziativa o una realtà della parrocchia, la celebrazione comunitaria dell’Eucaristia. Non potrò estendere il mio pellegrinaggio, contenuto nel tempo, ad altri desiderabili incontri.

Proprio a partire dalla indimenticabile e dolorosa esperienza della violenza della pandemia, mi sono riproposto di aggiungere ai quattro momenti indicati, uno spazio per la preghiera del Rosario. In quei giorni ho parlato di un santuario di preghiera, costruito non con le pietre, ma con l’infinità di preghiere di tanti. La costruzione di questo santuario non si conclude mai. Proprio per questo desidero pregare con voi il Santo Rosario.

Già da ora, prepariamo il nostro incontro con la preghiera: sono certo che potremo raccoglierne così i frutti migliori.

Nell’attesa vi abbraccio e benedico.

Francesco, vescovo

L’immagine del Pellegrinaggio Pastorale

L’immagine che fa sottofondo a questo Pellegrinaggio Pastorale è significativa: non un quadro famoso ma un’opera di Mario Gilberti, pittore autodidatta, che vive e lavora a Carcina (BS).

La caratteristica di questa immagine è che i confini della chiesa bergamasca sono lo sfondo, ma i personaggi non sono dentro un edificio sacro, ma lo formano loro stessi, come pietre vive di una Chiesa viva, come membra del corpo di Cristo radunato attorno al Vescovo, con età diverse, situazioni diverse, modalità diverse. Il nucleo fondamentale della parrocchia si apre nella condivisione del percorso peculiare di ogni Unità Pastorale, sostenuto e alimentato dalle Fraternità Presbiterali. Insieme e parallelamente a questo si unisce la necessità della constatazione di un mondo cambiato, dalla società cristiana al piccolo gregge, che richiede un nuovo sforzo di comprensione dell’impegno di una Chiesa in uscita come invita papa Francesco: non è più il tempo di pensare a come portare la gente in chiesa, ma di come portare la Chiesa alla gente.

L’immagine ha un dettaglio curioso: il Vescovo ha in una mano il pastorale e nell’altra un violino. È il riferimento alle caratteristiche specifiche di ognuno, in base alle sue qualità e competenze, che vengono messe a servizio degli altri, come ad esempio il violino ricorda gli studi musicali di mons. Francesco nella sua gioventù. Ma insieme indica lo stile della sinodalità: in una orchestra gli strumenti sono fatti di materiali diversi, hanno suoni diversi (c’è il violino o il flauto, come pure il tamburo e il trombone), ognuno suona note diverse con ritmi diversi, eppure tutta questa differenza è resa armonia da un’unica partitura. Così succede nelle comunità dove ognuno, diverso dagli altri, interpreta a modo suo le note del Vangelo. A servizio di questa armonia, per gustarne la melodia e per sostenerne l’unità, il vescovo Francesco si fa pellegrino nel servire la musica della vita della Chiesa di Bergamo, là dove la vita accade.

La preghiera del Pellegrinaggio Pastorale

Signore Gesù,
alla tua presenza ricordiamo in preghiera
la nostra parrocchia.
E’ una storia di fede, anzi mille,
sbriciolate in vita d’ogni giorno, e narrate da secoli.
Disegnate dal volto di vecchi e bambini,
di donne e di uomini,
di Santi peccatori e peccatori Santi.
La nostra parrocchia è una chiesa,
una casa, una piazza, una via.
Per alcuni è vita d’ogni giorno, per altri è rarità,
per non pochi è ricordo che s’allontana,
per tutti è possibilità.
Signore Gesù,
la Tua parrocchia è il mondo, il cuore di ciascuno,
i legami dell’amore e le terre del dolore.
Hai cominciato con pochi,
donne e uomini che hanno creduto in Te.
Da Te hanno imparato
la meraviglia d’una fraternità nuova,
la gioia dell’ospitalità, la regola della prossimità.
Signore Gesù,
la nostra parrocchia sia fraterna, ospitale e prossima:
così la riconoscano
donne e uomini del nostro tempo e della nostra terra,
così la riconosca il nostro Vescovo
nel suo Pellegrinaggio Pastorale,
così la riconosca Tu che stai in mezzo a noi.
Lo Spirito Santo sempre così la generi,
Dio, nostro Padre, sempre così la benedica.
Interceda per noi la Madre di Gesù.
Amen