Percorsi d’amore

28 Maggio 2022 | Alla porta

Anniversari di Matrimonio 2022, seguendo i vari step della vita coniugale

“L’amore è sempre paziente e gentile, non è mai geloso. L’amore non è mai presuntuoso o pieno di sé, non è mai scortese o egoista, non si offende e non porta rancore. L’amore non prova soddisfazione per i peccati degli altri ma si delizia della verità. E’ sempre pronto a scusare, a dare fiducia e a resistere a qualsiasi tempesta.”
(Prima Lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi; 13, 4-7)

Capita sovente di incontrare coppie sposate da diversi anni ma ancora felicemente unite, e spontaneamente sorge la domanda: “Ma qual è il segreto della vostra vita coniugale? Che formula magica avete usato per resistere così tanti anni insieme?” Nessun segreto, nessuna formula magica, ma semplicemente un iter di vita guidato dalle splendide parole di San Paolo nella sua Prima Lettera ai Corinzi. In poche righe è racchiuso un cammino di amore che può portare a vivere pienamente il percorso matrimoniale, anche se contornato da prove e difficoltà. Non vi è certamente un premio finale, non esiste un qualcosa che si vince o che si guadagna, ma l’avverarsi di una vita piena e gratificante, costruita a quattro mani unite.

Questo è ciò che la vita mi ha insegnato nella mia esperienza matrimoniale, ma è anche quello che ho riletto nelle storie d’amore degli sposi che ho incontrato, per ricordare la giornata dedicata agli anniversari di Matrimonio, organizzata dalla nostra parrocchia nella giornata di domenica 5 giugno 2022. Gli sposi che celebravano il loro anniversario, dai cinque anni di Matrimonio per tutti i multipli di cinque, fino a sfiorare i sessanta, si sono ritrovati in casa parrocchiale, per poi raggiungere in corteo la chiesa, dove tutti insieme hanno partecipato alla S. Messa delle 10.00, presieduta da don Giuseppe in compagnia di don Davide. Dopo l’omelia, gli sposi hanno rinnovato le promesse matrimoniali, e hanno ricevuto una particolare benedizione. Ad ogni coppia è stato donato un piccolo libro sulla Madonna Assunta, patrona della nostra comunità, e un vaso di pervinca bianca e rosa profumata. Questo fiore veniva sparso davanti agli sposi come gesto beneaugurante, oppure i suoi rami venivano intrecciati per ricavarne corone. Il suo valore simbolico è legato al ricordo: regalare una pervinca esprime il desiderio di lasciare e al contempo di conservare un dolce ricordo. Al termine della celebrazione non poteva certo mancare un momento conviviale: cosa poteva esserci di meglio di un pranzo vissuto insieme all’interno della Festa dell’oratorio? (vedi articolo a pag. 21) Occasione per gustare semplici ma squisiti manicaretti, per conversare e comunicare, magari raccontandosi briciole delle proprie vite.
La vita di una comunità è fondata sull’esperienza di vita delle famiglie: è estremamente importante garantire alle coppie un’occasione per festeggiare insieme i propri anniversari di Matrimonio. E la presenza di Dio è il filo dorato che intreccia la vita di tutti gli sposi. Ho incontrato quattro delle coppie protagoniste della festa e ho toccato con mano le loro storie d’amore, ripercorrendo il loro percorso di vita e capendo come il sentimento che unisce due sposi cambi nel tempo, si trasformi, si faccia sempre più forte e nel contempo più dolce e sereno.

P. e R. sono sposati da 10 anni e il loro è l’amore della vivacità, che scorre e dilaga tra il compito di accudire i due figli e mantenere in ordine e in efficienza la casa. Non dimenticano però di ritagliarsi dei momenti per crescere come coppia, coccolandosi, e come genitori, ascoltandosi. La loro storia è iniziata da ragazzi e galeotto fu proprio l’oratorio, teatro del loro primo incontro. Alcuni anni di vita in due e poi la ricerca dei figli, fino all’arrivo della prima bambina, voluta con tutto il loro cuore. La nascita del secondo figlio, che con la sua simpatica ed intelligente vivacità ha quasi stravolto la vita di tutta la famiglia, li ha portati a doversi districare fra i vari impegni, compiendo scelte lavorative che potessero accordarsi simbioticamente con le esigenze di tutti. Ed è proprio a questo punto che la mancanza di tempo da dedicare solamente a sé stessi, il desiderio giovanile di svagarsi e di divertirsi, iniziano a farsi sentire. Allora il percorso seguito all’interno del corso fidanzati in parrocchia viene in aiuto a P. e R.: ci si affida all’aiuto di Colui che sa abbracciarci e sostenerci soprattutto quando siamo in crisi o in difficoltà. Che bello sentire da questi due sposi come la fede sia una dimensione significativa della loro giovane famiglia!
J. e C. hanno festeggiato i loro 20 di Matrimonio, e ancora si legge nei loro occhi quella determinazione che, giorno dopo giorno, li ha portati a capire che le loro diversità sono complementari. Lui è un uomo sportivo e pratico, lei riflessiva e adora leggere, eppure sono riusciti a fare di queste personali peculiarità dei punti di forza. Si sono conosciuti da ragazzi, in oratorio, in occasione della catechesi adolescenti, e la decisione del Matrimonio cristiano è stata pensata anni dopo, ma ben meditata. Un percorso non privo di difficoltà: lui impegnatissimo nel lavoro e lei che si districava tra casa, lavoro, figli e studio. Forse poco tempo per stare insieme rilassati, ma l’arrivo dei figli, anche se sconvolgente all’inizio, si è rivelato poi una grande gioia che li ha aiutati a sentirsi vicini e uniti. Che bello sentirli dire che Dio è stato uno stupendo compagno di viaggio e che spesso, nei momenti più duri, era di grande aiuto trovare il coraggio di inginocchiarsi per chiedere umilmente scusa e sostegno al Signore. E’ l’amore del ritmo quello di J. e C., perché in 20 anni di vita comune hanno costruito quel ritmo salutare per destreggiarsi tra i vari impegni, riuscendo comunque a trovare momenti intimi in cui lasciar risuonare a pieno ritmo anche la voglia di stare insieme.
Nel racconto di G. e W. ho incontrato l’amore della cura. La loro storia è iniziata sui banchi di scuola, un innamoramento che non penseresti mai giungere fino ad un rapporto duraturo, e invece eccoli sposati da ben 35 anni, e ancora pienamente innamorati. Hanno superato le difficoltà legate ai figli e al lavoro. Hanno oltrepassato quella vivace predisposizione a volersi imporre l’uno sull’altro, ed ora ecco che con i figli fuori casa c’è finalmente del tempo per curarsi a vicenda, c’è tempo per sbucciare la frutta all’altro, c’è tempo per preparare qualcosa di buono per lui, c’è tempo per organizzare qualcosa per lei. Insomma l’amore della cura ci fa sentire importanti per l’altro. E’ questo il momento della vita in cui si trova l’occasione per rivolgersi al grande compagno di viaggio per dirGli: “Signore, ti ringrazio per avermi messo accanto W., ti ringrazio per avere vicino G.” Un amore più pacato e più sereno quello della cura, un amore che sa gustare l’immensa gioia di avere anche dei nipoti che crescono, senza la frenesia e l’ansia, a volte tipica dei genitori, ma con la placidità e la calma caratteristica dei nonni.

E poi come dimenticare l’altro step dell’amore: quello della tenerezza! E’ l’amore di M. e M., sposati da ben 50 anni. Il loro è stato un percorso di vita in cui ho ritrovato tutti i passaggi ascoltati nelle storie precedenti: la vivacità iniziale, forse un po’ smorzata dai tabù di quei tempi; le difficoltà di gestire una vita insieme, all’inizio anche con la presenza abbastanza ingombrante dei suoceri; le ansie per il lavoro, per i debiti della casa, le preoccupazioni per i figli. Insomma una vita non priva di problemi, ma con un aspetto che mi ha particolarmente affascinato: la continua apertura verso la comunità in cui riversare il proprio impegno di volontariato, per costruirsi insieme e per srotolare quel filo dorato intrecciato nelle proprie vite, cioè la fede in Dio Padre. Alla mia domanda “Ma cosa vi ha aiutato ad essere ancora così innamorati dopo 50 anni?”, la risposta è stata semplice e immediata: “Essere sempre in due, senza mai rinfacciarsi nulla, ma dialogando, camminando e costruendo la propria vita insieme, soprattutto rispettandosi vicendevolmente, per mantenere quella promessa fatta a Dio, davanti all’altare.” Ora l’amore si è fatto dolce, tenero, tranquillo e ogni giorno più forte. E’ quell’amore sereno che ti fa gustare il piacere dell’essere insieme, e che ti spinge anche oltre i 70 anni di età a scrivere una lettera alla tua amata, iniziando così: “M., amore mio…”
Oltre ad ascoltare le storie d’amore di quattro delle coppie che si sono incontrate per festeggiare i loro anniversari, ho anche fatto un tuffo anche nella mia vita personale, lasciandomi avvolgere da quella nostalgia di un percorso di Matrimonio durato non molti anni, di cui non ho potuto assaporare tutte le tappe e i cambiamenti. Ho pensato malinconicamente all’amore sereno e tenero dell’età giovanile, e ho potuto toccare con mano la grandiosità e la bellezza dello stare insieme, anche con problemi, anche con difficoltà, ma insieme.
Forse è questo il profondo significato delle parole di San Paolo: il coraggio di guardare sempre con attenzione a quel filo dorato intrecciato nelle proprie vite, che ti porta a dimenticare di essere egoista e presuntuoso, ti guida a scusare, ad ascoltare e a perdonare l’altro. La presenza di Dio nella propria vita matrimoniale consente di apprezzare il dono di avere qualcuno accanto che è lì per te, che ti sostiene quando vacilli, che ti aiuta a rialzarti quando cadi: “Grazie Signore per avermi regalato, anche se per poco tempo terreno, mio marito; grazie per avermi riempito di un amore che nemmeno la morte fisica ha saputo cancellare.”

Rossella Poliani