Ricordando un parroco, un sacerdote, un uomo…
che ha tanto amato la comunità di Cologno
Nel mattino di giovedì 22 giugno 2023 il nostro caro don Rino ha chiuso gli occhi a questa esistenza per aprirli nell’eternità alla luce del mistero di Dio, che tanto ha desiderato contemplare.
Don Rino (Pietro) Rapizza è nato a Seriate il 26 maggio 1935 e la sua vita è stata segnata dal rapporto con la nonna e con la sua amatissima mamma e dalla guerra, argomenti di cui raccontava spesso. La guerra, in particolare, ha costretto lui e la sua famiglia a trasferirsi presso alcuni parenti a Brusaporto, dove ha frequentato la quarta elementare. In quinta elementare ha vinto una borsa di studio che gli ha permesso di proseguire nel percorso scolastico. Dopo aver scelto l’indirizzo industriale, i progetti iniziali di diventare disegnatore tecnico o tornitore sono stati stravolti da un’esperienza che lui stesso ha raccontato in occasione dei festeggiamenti per il suo cinquantesimo anniversario di Ordinazione Sacerdotale: “Il fatto che mi ha fatto lasciare tutto per seguire Dio è stata un’esperienza straordinaria che vissi una mattina mentre mi trovavo, come al solito, nella chiesa dei domenicani a Bergamo, dove mi recavo per la preghiera di inizio giornata. Era la metà dell’anno scolastico 1948. Il Crocefisso, davanti al quale mi fermavo a pregare, mi colpì in modo fortissimo. Cominciai a pensare: «Guarda Rino, quanto ti ha amato! E io cosa faccio per corrispondere a tanto amore?» Sull’istante pensai che a Lui sarebbe piaciuto che io facessi il prete”.
Nonostante la sua famiglia fosse poverissima, grazie all’aiuto del curato del paese e di altre persone don Rino ha potuto sostenere l’esame di terza media classica, necessario per entrare in Seminario. E’ stato ordinato sacerdote dal vescovo mons. Giuseppe Piazzi nel 1958, a 23 anni, e il suo primo incarico è stato come curato a Tavernola. Nel 1961 la sua missione è proseguita a Sarnico e poi, nel 1967, a Bergamo in Borgo Santa Caterina. Il primo incarico come parroco è stato presso la comunità di Bottanuco dove è rimasto per undici anni a partire dal 1976 e successivamente è stato mandato a Capriate. Nel 1994 è stato nominato parroco di Cologno al Serio dove ha svolto il suo incarico fino al 2010.
Lo stesso don Rino raccontava che l’augurio di suo padre, quando è diventato sacerdote, è stato: “Non cercare la carriera. Cerca solo di essere un buon prete”. In questi giorni è bastato chiedere ad alcuni tra coloro che l’hanno conosciuto e vissuto da vicino di raccontarci qualcosa di lui per raccogliere molte testimonianze della sua vita da buon prete.
Don Rino era una persona colta e amante della lettura, delle stelle e della scienza, nonché delle ciliegie e del gelato. Proprio il gelato è stato tante volte il pretesto per ricattare i bambini e i ragazzi facendoli partecipare alla S. Messa serale feriale, nata dopo la Missione Giovani del 1997. Il passo successivo è stato quello di catechizzare i genitori, perché il suo scopo era quello di far innamorare le famiglie di Gesù, di trasmettere tutto l’amore e la passione per Gesù e il coraggio di prepararsi all’incontro finale con il Signore.
La disponibilità di don Rino a soddisfare qualunque richiesta che riguardasse la celebrazione della S. Messa e l’esposizione del Santissimo era una certezza. Esaminava tutto con occhio critico e provocatorio e al rientro dai pellegrinaggi chiedeva sempre: “Cosa è cambiato nella tua vita?”. A sua volta se raccoglieva una critica, un consiglio o un complimento lo riportava durante le sue omelie per renderne partecipe tutta la comunità.
Durante gli anni trascorsi a Cologno, don Rino ha formato molti gruppi pastorali: quello delle coppie di fidanzati, poi dei giovani sposi, il gruppo battesimale, ha sostenuto il gruppo di preghiera Padre Pio ed ha seguito personalmente il gruppo del cammino neocatecumenale.
Particolarmente appassionante è la testimonianza di un fratello del cammino, che ha raccontato con fervore il rapporto tra don Rino e la comunità neocatecumenale: “Don Rino, che già aveva conosciuto il cammino ai tempi in cui era curato in Borgo Santa Caterina, nel 1996 ha accolto a Cologno la comunità neocatecumenale propostagli dall’allora vescovo, nonostante il rifiuto di molti altri parroci, ed ha avviato a Cologno ben tre nuove comunità, ciascuna composta da circa cento fratelli, quasi tutti colognesi. La partecipazione al gruppo neocatecumenale non esentava, tuttavia, dalla partecipazione agli impegni parrocchiali, per questo motivo, con il passare degli anni, è rimasta una sola comunità. La presenza di don Rino al cammino non è mai mancata, nonostante fosse parroco di una parrocchia molto grande e ricca di iniziative, e anche dopo le sue dimissioni ha continuato a seguirci e ad incoraggiarci per raggiungere una fede adulta al cui centro vi è l’insegnamento di Gesù. Quello che ci è stato insegnato attraverso il servo nostro caro parroco don Rino è la gioia di aver sperimentato l’amore di Dio e poterlo vivere nella vita di tutti i giorni nella consapevolezza che Dio ci ama così come siamo, con le nostre debolezze, e che Egli vuole che ogni donna ed ogni uomo siamo contagiati da questo amore che è amore gratuito. A nostra volta continuiamo questo insegnamento contagiando chi ci sta vicino, cominciando dalle nostre famiglie e dai nostri vicini di casa”.
Tanti ricordano che don Rino non amava allontanarsi dalla propria parrocchia, a tal punto che lui stesso, raccontando a chi lo incontrava del suo viaggio a Roma, diceva che l’avevano preso quasi di forza. Non amava nemmeno i festeggiamenti plateali ma quando, in occasione del cinquantesimo anniversario della sua Ordinazione Sacerdotale, ha visto la piazza addobbata a festa da alcuni volontari e, insieme al suo grande amico e collaboratore don Adriano, ha tagliato il nastro del banchetto allestito in suo onore in oratorio, si è commosso dalla felicità tanto che gli brillavano gli occhi. Non disdegnava qualche invito a pranzo, pochi per la verità, perché soprattutto negli ultimi anni diceva di essere troppo vecchio per uscire, ma accettava di buon grado se gli si cucinavano i suoi piatti preferiti, in particolare le costine con il verze, la crema pasticcera e per finire un cioccolatino Mon Cheri.
Insofferente verso l’apatia e da sempre ammiratore estasiato del cosmo, che non si stancava mai di citare durante le sue omelie, lo stesso don Rino ha raccontato così il suo pensiero: “Penso all’Eucarestia come centro – motore – costruttore del mondo. Anche se sono zoppicanti mi piace prendere immagini della natura: pensando alla celebrazione eucaristica la paragono al grande buco nero che sta in centro alla galassia. Secondo me il buco nero della galassia è il grande vortice che attira a sé tutte le stelle per farle uscire dall’altra parte per formare una nuova galassia. Così vedo la S. Messa, che attira a sé tutta la realtà cosmica creata e la fa risuscitare nella Gerusalemme Celeste (il mondo definitivo). Nella S. Messa c’è veramente il cuore del mondo”.
Una testimonianza, in particolare, descrive don Rino nelle sue molteplici sfaccettature: “Sul pulpito era irruento, quasi violento nell’esprimere il suo pensiero; in confessione era un padre, nel confronto personale era dolce e confortante”.
Il funerale di don Rino è stato presieduto dal vescovo mons. Francesco Beschi, sabato 24 giugno 2023, presso la Chiesa Parrocchiale Santa Maria Assunta di Cologno al Serio. La salma si trova sepolta nella cappella dei sacerdoti presso il cimitero di Cologno al Serio.
Sara Ranica